venerdì 2 settembre 2011

20/11/2004

Quel periodo oscuro della mia vita, dove rinnegavo me stesso e vivevo dentro una bolla di maschere senza anima.
Quella sera uscii senza auto, mi feci accompagnare da un amico fino al pub che frequentavamo entrambi, gli dissi di non preoccuparsi, avrei dovuto incontrare una persona e mi avrebbe riaccompagnato a casa.
Quando se ne andò presi il mio telefono e mandai un sms al mio contatto, ( una tizia che avevo conosciuto in chat, ci eravamo sentiti un paio di volte per telefono, mi disse che sarebbe venuta dalle mie parti, le offrii premurosamente il tetto per la notte e lei accettò ) passò poco più di mezz'ora e ricevetti risposta: "sono ancora in autostrada, credo di poter essere lì tra un'ora circa... un bacio principe nero ".
"Cazzo", pensai, "Sto ascoltando una band che suona veramente di merda, sono già al secondo litro di birra ed inizio a barcollare, finisce che collasso... chi se ne fotte!!! "
Ordinai dell'altra birra ed uscii, non faceva particolarmente freddo, mi accesi una sigaretta e mi intrattenni un po' col buttafuori del locale, rientrai solo per ridare il boccale, quando vidi un amico che non incontravo da almeno un anno, iniziammo a parlare, il tempo passò e con esso un'altra birra, ormai ero completamente sbronzo.
Il telefono iniziò a vibrare, lo estrassi dalla tasca e vidi che era lei, salutai ed uscii. L'appuntamento era ad un paio di traverse dal pub, nei pressi della fontana vicino alla stazione ferroviaria, mi incamminai con le mani infilate in fondo alle tasche, ormai l'aria s'era fatta pungente.
Ricordo i contorni sfumati, il quasi totale silenzio tra palazzi dormienti, qualche cane che abbaiava in lontananza.
Arrivai al viale alberato, vidi una macchina fermarsi, aprii la portiera e mi sedetti, completamente sfatto dall'alcool, ma anche in quello stato capii di aver sbagliato, al volante c'era un tizio sui quaranta che mi stava fissando terrorizzato, chiesi scusa e scesi, mi diressi al distributore di tabacchi e, mentre faticavo ad inserire la banconota, il cellullare vibrò, risposi, lei era lì, le dissi di guardare verso il tabacchino, ci mise un po' ma mi vide, mi caricò e partimmo alla volta del mio appartamento.
Probabilmente si aspettava qualcosa di particolare, sopratutto visto che ci metemmo a letto completamente nudi, avevo pensieri molto sporchi, ma ero troppo ubriaco per metterli in pratica, mi addormentai abbracciandola.
La mattina seguente, mi alzai presto, preparai il caffè e senza false timidezze lo portai in camera restando nudo, stranamente lei mi sembrò un po' intimorita, ma dopo il caffè, qualche battuta ed una sigaretta, passammo il resto della mattinata a giocherellare con i nostri corpi, sempre più eccitati e complici.
Fu l'ultima volta che la vidi.

Nessun commento:

Posta un commento